NEL 2022 58 SUICIDI, PIÙ DI TUTTO IL 2021. ANTIGONE: “LIBERALIZZARE LE TELEFONATE”

Il presidente di Antigone Patrizio Gonnella su Vita: “In un momento di sconforto, sentire una voce familiare può aiutare la persona a desistere dall’intento suicidario. I 10 minuti a settimana previsti attualmente non hanno più nessun fondamento, né di carattere tecnologico, né economico, né securitario”

«Il carcere non è una condanna a morte. È necessario intervenire affinché il dramma che sta interessando gli istituti di pena italiani in questo 2022 si possa fermare». A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. Nei primi 8 mesi di quest’anno sono stati 58 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri. Gli ultimi a Perugia e in Sicilia, uno a Caltanissetta e l’altro a Siracusa. Ad agosto abbiamo registrato 15 suicidi, più di uno ogni due giorni. 57 furono le persone che si suicidarono in carcere in tutto il 2021.

«Proprio in questo mese così drammatico la nostra associazione – prosegue Gonnella – ha lanciato la campagna “Una telefonata allunga la vita”, chiedendo una riforma urgente del regolamento del 2000 che porti ad una liberalizzazione delle telefonate per i detenuti. In un momento di sconforto, sentire una voce familiare, può aiutare la persona a desistere dall’intento suicidario. I 10 minuti a settimana previsti attualmente non hanno più nessun fondamento, né di carattere tecnologico, né economico, né securitario. Cambiare quel regolamento non comporta alcun atto legislativo e il Governo potrebbe farlo anche in questa fase transitoria. Dell’importanza dell’affettività per i detenuti – continua il presidente di Antigone – ci parla anche la relazione finale della Commissione ispettiva del Dap, chiamata ad indagare sulle ragioni delle rivolte che scoppiarono nelle carceri nel marzo 2020».

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