“MASCOLINITÀ TOSSICA” E CAMBIAMENTO DI PARADIGMI CULTURALI

Quando si parla di conoscenza e di università, in particolare, sono diversi i temi e molte le sfaccettature che ineriscono alla questione della diseguaglianza di genere. I dati dicono di un profondo disagio: meno di 2/5 dei professori ordinari, direttori di dipartimento e rettori sono donne, così come solo meno di un terzo degli autori di articoli scientifici. E se, da un paio di decenni, il numero di donne che si laureano ha superato quello dei maschi, ciò non comporta una riduzione delle diseguaglianze all’entrata nel mondo del lavoro. Con notevoli discriminazioni legate alla rappresentanza in posizioni di leadership, alla progressione di carriera, alle retribuzioni, alla misurazione della performance. Si tratta di un problema globale. Ma che raggiunge nel nostro Paese percentuali allarmanti. Dovute, in modo particolare, a motivi psicologici e sociali. Dunque, è necessaria una strategia Paese a 360°. Con la collaborazione di tutti. Fondamentale avviare percorsi di formazione sugli stereotipi impliciti e i condizionamenti inconsci in materia di genere.
L’articolo di Carola Carazzone, Segretario Generale di Assifero, per il numero 6 di Nuova Atlantide, la rivista trimestrale di cultura civile della Fondazione per la Sussidiarietà.

L’eguaglianza – o meglio la diseguaglianza – di genere nell’ambito della conoscenza in generale, e delle università in particolare, è una questione complessa, in cui si intersecano diversi temi e molte sfaccettature: segregazione per tipologia di facoltà, numero di donne che conseguono il dottorato, differenziale di retribuzione, progressione nella carriera, numero di donne in posizioni di leadership, percentuale di ricercatori donne che ottengono fondi, risultati conseguiti in termini di ricerca, doppie discriminazioni e discriminazioni intersezionali.

Negli ultimi anni si è parlato molto di diseguaglianza di genere, in particolare in riferimento all’accesso e, più specificamente, rispetto all’accesso alle facoltà STEM1. Vorrei riprendere questo tema tra poco, ma prima vorrei proporre uno sguardo d’insieme sulla questione delle diseguaglianze di genere nell’ambito della conoscenza e dell’università nel suo complesso.

Le diverse diseguaglianze di genere nella conoscenza e nell’università: inconfutabilità dei dati e complessità

A livello globale2, oggi moltissime università (4/5) raccolgono e tengono conto di dati disaggregati per genere per analizzare l’iscrizione al primo anno (accesso universitario); molte meno università invece (meno di due terzi) tracciano i risultati universitari e ancora meno elaborano piani per colmare i gap di genere.

Sempre a livello globale, i dati dimostrano ormai chiaramente che un maggior numero di studentesse all’università non comporta un maggior numero di donne tra le posizioni accademiche di leadership. Meno di 2/5 dei professori ordinari, direttori di dipartimento e rettori sono donne, così come solo meno di un terzo degli autori di articoli scientifici sono donne3.

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