LE DONNE AFGHANE, UNA SPERANZA TRADITA. I RITRATTI FOTOGRAFICI DI CARLA DAZZI

Dal 2001 l’impegno della fotografa in Medio Oriente si è focalizzato in progetti di sostegno alle povertà dei territori locali, educazione allo sviluppo, percorsi formativi nelle scuole, eventi e campagne di sensibilizzazione.Le fotografie di Carla Dazzi (realizzate tra il 2002 e il 2013) sono state esposte lo scorso luglio nella mostra Afghanistan…per dove presso la Biblioteca San Giovanni di Pesaro, nell’ambito di un gemellaggio tra la città marchigiana e Kabul – che ha coinvolto l’Orfanotrofio Femminile, l’Orchestra femminile Olimpia, Fondazione Wanda Di Ferdinando e il Museo Nazionale Rossini – nel segno della musica e della cultura.

NEL GIRO DI POCHI GIORNI, L’AFGHANISTAN HA FATTO UN PASSO INDIETRO DI 20 ANNI. NEL MIRINO DELLA REPRESSIONE CI SONO IN PARTICOLARE LE DONNE E LE ATTIVISTE. L’ONG “INSIEME SI PUÒ” HA ATTIVATO UNA RACCOLTA FONDI PER FAR FRONTE ALL’EMERGENZA UMANITARIA.about:blank

Le donne afghane negli scatti di Carla Dazzi. Courtesy Carla Dazzi
Le donne afghane negli scatti di Carla Dazzi. Courtesy Carla Dazzi

Diverse sono le onlus e le associazioni non profit che si sono mobilitate nell’ultima settimana a seguito della caduta dell’Afghanistan sotto le mani dei Talebani, con appelli e raccolte fondi. Si cerca di tenere i contatti con chi è rimasto là e che ora è costretto a nascondersi, attraverso messaggi scambiati su WhatsApp che ogni giorno si fanno più carichi di angoscia e paura di essere catturati. Mentre proseguono i rastrellamenti casa per casa da parte degli estremisti, tra le priorità c’è quella di mettere in sicurezza tutti coloro che hanno collaborato con organizzazioni straniere per finalità non conformi al regime. Si teme soprattutto per l’incolumità delle donne, le quali nello scorso ventennio sono state a capo di progetti di micro credito, contribuendo al benessere della comunità e alla ripresa economica del Paese. Allo stesso tempo, però, le donne afghane sono anche quelle maggiormente colpite dalle restrizioni dell’estremismo talebano e dall’applicazione della legge coranica, rischiando di vedere vent’anni di progressi, in materia di diritti civili e libertà personali, svanire nel nulla.

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