“LA TRANSIZIONE ENERGETICA È LA PIÙ GRANDE SFIDA CHE L’UMANITÁ ABBIA MAI AFFRONTATO”

Secondo la Iea – l’Agenzia internazionale per l’energia -, con le attuale politiche, non arriveremo mai alla riduzione di emissioni nette a zero entro il 2050. La roadmap proposta ha provocato un acceso dibattito. Il focus di Fabio Natale – co-referente Gruppo di Lavoro ASviS su Goal 7 e Goal 13 – su Futura Network.

“Un percorso per costruire un settore energetico globale con emissioni nette zero al 2050 esiste, ma richiede una trasformazione senza precedenti del modo in cui l’energia viene prodotta, trasportata e utilizzata”.

L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha recentemente pubblicato il rapporto “Net zero by 2050: a roadmap for the global energy sector”, che ha generato un forte dibattito nella discussione energetica globale. Secondo questo documento, infatti, gli impegni assunti fino a oggi, anche se pienamente raggiunti, sarebbero ben al di sotto di quanto necessario per portare le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) a zero entro il 2050, togliendo al mondo la possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C.

Il rapporto è il primo studio completo mai realizzato sui passi per arrivare a un sistema energetico a emissioni nette zero entro il 2050, definendo un percorso economico produttivo, energeticamente pulito, dinamico, resiliente, dominato dalle energie rinnovabili (anziché dai combustibili fossili) e che si ponga come obiettivo l’accesso universale all’energia. Allo stesso tempo, però, il documento esamina anche le numerose incertezze che questa rivoluzione incontra: a questo proposito, come ricorda Donato Speroni, referente del Segretariato ASviS nel Gruppo di lavoro sui Goal 7 e 13, in una puntata di Alta Sostenibilità dedicata al rapporto Iea: “L’Economist di questa settimana ha pubblicato una copertina dal titolo ‘incasinati’ in riferimento alla decarbonizzazione. Secondo la rivista la rivoluzione verde rischia di fermarsi a causa di colli di bottiglia sostanzialmente insuperabili. Il primo riguarda la scarsità dei materiali necessari per costruire i pannelli fotovoltaici e le auto elettriche, i cui prezzi sono aumentati del 139% nel corso degli ultimi dodici mesi; il secondo è dato dalla mancanza di visione che sembra essere confermata anche dagli esiti dell’ultimo G7”. Tra le altre incertezze: il ruolo della bioenergia, la cattura del carbonio, i cambiamenti nei comportamenti collettivi e individuali.

Per queste ragioni la transizione energetica e l’obiettivo emissioni nette zero al 2050, secondo Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Iea, costituiscono forse “la più grande sfida che l’umanità abbia mai affrontato”. Questo percorso deve necessariamente portare verso “un’impennata storica negli investimenti in energia pulita, creando milioni di nuovi posti di lavoro e aumentando la crescita economica globale”.

Ma come si arriva, nel concreto, a questi obiettivi?

La roadmap dell’Iea stabilisce più di 400 traguardi per guidare il viaggio globale verso le emissioni nette zero. Questi includono, tra le misure più stringenti:

  • Cessare gli investimenti in progetti di estrazione di combustibili fossili;
  • Cessare ogni ulteriore investimento in nuove centrali a carbone;
  • Entro il 2035, arrestare la vendita di autovetture a combustione interna;
  • Entro il 2040, permettere al settore elettrico di raggiungere emissioni pari a zero.

Per provare a realizzarli nel medio-lungo periodo, il rapporto richiede sforzi titanici nel breve periodo, che partano anzitutto da un massiccio investimento e diffusione di tutte le tecnologie energetiche pulite ed efficienti disponibili, combinato con una grande spinta globale per accelerare l’innovazione.

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