LA SCUOLA-IMPRESA CHE NON DÁ LEZIONI, MA CHANCES

Diletta Grella su Vita racconta il centro di formazione di Fondazione Cometa selezionato dalla Commissione Ue come eccellenza europea.

Quello che colpisce di più, quando arrivi a Como ed entri a Cometa, è che tutti si chiamano per nome. Una scuola, una grande scuola, ma soprattutto una comunità di persone, che condividono un progetto, partendo da una certezza: quella che ciascuno di noi è unico e irripetibile.

«Questa particolarità è stata apprezzata anche dalla Commissione europea che, con il progetto Give, ha deciso di sostenere Cometa e di sceglierla come uno dei sette centri europei di eccellenza professionale, unico per il tema dell’eccellenza inclusiva» spiega Alessandro Mele, il direttore generale. «Il nostro metodo educativo verrà quindi elaborato dai partner europei del progetto e messo a fattor comune su una piattaforma, per essere a disposizione di tutti coloro che desiderano offrire l’eccellenza inclusiva nella formazione».

«La nostra storia nasce da un sì paradossale», continua Erasmo Figini, fondatore di Cometa. «Era il 1987, un sacerdote chiese a me e a mia moglie Serena di accogliere un bambino sieropositivo. Di sì in sì, insieme ad un gruppo di famiglie, abbiamo accolto altri bambini, che per noi sono diventati figli. I figli li accogli per amarli, educarli, aiutarli ad esprimere i loro talenti… Ad un certo punto, nel 2009, abbiamo sentito l’esigenza di fondare una scuola, per aiutare i ragazzi, anche quelli con una storia difficile, a fiorire e a trovare il loro posto nel mondo».

Quattro percorsi
«Oggi l’offerta educativa prevede quattro percorsi» spiega il preside Giovanni Figini. Il primo è la formazione professionale che ha tre orientamenti: legno, tessile e ristorazione Il secondo è un liceo scientifico artigianale paritario, che coniuga sapere scientifico e tradizione artigianale. Il terzo prevede programmi modulari di recupero della dispersione scolastica. E infine abbiamo un indirizzo di formazione e inserimento lavorativo per ragazzi stranieri o fragili. Per un totale di circa 420 studenti. Una scuola-impresa, dunque, basata sul sapere, ma anche sul fare. «Da subito abbiamo sentito l’esigenza di ridare dignità al lavoro delle mani» prosegue Erasmo Figini: «Il sapere arriva facendo. Quando si accorgono della bellezza che può uscire dalle loro mani, anche i ragazzi più distratti ritrovano la voglia di imparare». Numerosi maestri insegnano i segreti del mestiere, nel ristorante e bar didattico, nella falegnameria e nell’ufficio tessile. Con l’idea di trasformare l’apprendimento in un’esperienza reale. Cometa ha fatto poi rete con 700 aziende nei settori del legno, del tessile e della ristorazione, per l’offerta di tirocini e posti di lavoro. Il 70% dei ragazzi ottiene un contratto stabile a tre anni dal diploma. Risultati importanti, che hanno fatto sì che Cometa fosse scelta tra le “Imprese vincenti 2020” (nella sezione delle imprese non profit), un programma di Intesa Sanpaolo dedicato alle eccellenze imprenditoriali italiane.

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