LA CANCEL CULTURE PRENDE DI MIRA LA FILANTROPIA?

Sul Wall Street Journal si apre il dibattito sulla liceità di una campagna che chiede al più grande Fondo di donatori statunitense di limitare le cause che i cittadini possono scegliere secondo principi di una parte politica e di rendere pubblici i nomi dei donatori. L’articolo di Paul Ricard su Vita.

“Gli americani sono sempre stati liberi di dare alle cause senza scopo di lucro in cui credono, ma gli attivisti politici sono determinati a limitare questa libertà. Considerando il record di questi attivisti nel convincere con successo le corporazioni a fare i loro interessi su una serie di questioni, chiunque sostenga le tradizioni americane di libera parola, libera associazione e privacy dovrebbe essere preoccupato”, è una prosa diretta quella di Jeremy D. Tedesco, consigliere senior e vicepresidente senior dell’impegno aziendale per Alliance Defending Freedom. che sul WSJ di ieri nella pagina opinioni attacca la campagna “Smascherare Fidelity”, una coalizione di gruppi che ha recentemente consegnato una lista di richieste a Fidelity Charitable, che gestisce un fondo consigliato dai donatori attraverso il quale i titolari dei conti possono indirizzare i contributi alle loro organizzazioni non profit preferite. Secondo il suo sito web, Fidelity Charitable ha distribuito 9,1 miliardi di dollari nel 2020, rendendolo il più grande creatore di sovvenzioni degli Usa.

Nella lista dei deiderata di Unmasking Fidelity c’è una richiesta per Fidelity Charitable di rivelare cinque anni di contributi a 10 organizzazioni, tra cui l’organizzazione pro life Family Research Council, l’associazione che che supporta le proteste postelettorali negli Stati Uniti d’America del 2020-2021 Turning Point USA e gruppo di difesa cristiano conservatore senza scopo di lucro Alliance Defending Freedom. Queste sono organizzazioni con le quali gli attivisti non sono d’accordo su una varietà di questioni scottanti. Smascherare Fidelity sta anche chiedendo che Fidelity Charitable imponga dei principi all’ingresso basati sul loro punto di vista, per selezionare gli enti di beneficenza e le cause che i suoi titolari di conti possono sostenere. Principi che ostacolerebbero i gruppi conservatori.

“Non importa cosa pensiate delle questioni del giorno, tutti dovrebbero opporsi a questa censura. Una cultura filantropica politicizzata, in cui le richieste di una parte superano le intenzioni di un donatore – e persino espongono i donatori a molestie – è pericolosa per le persone di ogni convinzione politica”, scrive Tedesco.

L’articolo completo su vita.it