Il 2022 È L’ANNO EUROPEO DELLA GIOVENTÙ

Lo scorso 14 dicembre il Parlamento e il Consiglio europeo hanno accolto la proposta della Commissione UE di scegliere “La gioventù e i giovani” come tema per il 2022. Nel corso dell’anno saranno realizzate iniziative e eventi che punteranno, appunto, a coinvolgere i più giovani in tutti i settori di policy e in tutti i livelli istituzionali dell’Unione Europea.

Il 14 dicembre 2021 Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno accolto la proposta della Commissione UE di organizzare, nel corso del 2022 e in tutti i Paese membri, attività e iniziative sui giovani e per i giovani. I 604 europarlamentari favorevoli (25 i contrari e 68 le astensioni) hanno così sostenuto l’idea di intraprendere maggiori sforzi per includere le priorità dei giovani nei settori di policy afferenti all’UE e in tutti i livelli del processo decisionale dell’Unione. Uno sforzo volto a generare opportunità per i giovani europei, particolarmente colpiti dalla pandemia da Covid-19.

L’impatto della pandemia sui giovani: i risultati di uno studio dell’Eurofound

 Da marzo 2020 i Governi europei hanno chiesto ai giovani uno sforzo importante: limitare la propria vita relazionale e sociale, professionale e di studio, per preservare le necessità della popolazione più adulta e tutelare quella più anziana. In questa situazione tuttavia i giovani – dopo la lunga e faticosa ripresa dalla crisi economica (2007-2013) – si sono mostrati i più vulnerabili agli effetti delle restrizioni messe in atto per rallentare la diffusione della pandemia da Covid-19. Come vi avevamo raccontato già nel novembre 2020, i giovani infatti si sono trovati più esposti al rischio di perdere il lavoroattraversare precarietà finanziaria e avere problemi di salute mentale.

Questo scenario è confermato da uno studio pubblicato nel novembre 2021 da Eurofound, dal titolo Impact Covid-19 on young people in the EU. Lo studio mostra ad esempio come sul fronte del mercato del lavoro i giovani avessero già carriere professionali molto discontinue. Nel 2019 circa il 13% dei giovani europei era occupato nel settore alberghiero, seguito dall’11% nel commercio e nella vendita al dettaglio e l’11% nel settore sanitario. Circa il 36% di essi possedeva un contratto temporaneo mentre circa il 22% era sotto contratto part-time. Nel corso della pandemia moltissimi giovani si sono così trovati disoccupati e/o inattivi a seguito della perdita del lavoro e hanno pertanto sperimentato gravi condizioni di insicurezza abitativa (circa il 17% nel 2021) e difficoltà ad arrivare a fine mese (il 43%). Per alcuni tale situazione è stata alleviata solo grazie al contributo economico dei genitori.

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