I BENI RELAZIONALI COME BASE DI FELICITÀ E DI COMPETITIVITÀ

L’articolo di Paolo Venturi, Direttore di Aiccon – mosso dall’Università di Bologna, dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e da numerose realtà operanti nell’ambito dell’Economia Sociale – per la Guida “Non Profit” de Il Sole 24 Ore.

Basterebbe osservare la progressione con la quale il terzo settore ha contribuito all’economia del Paese – passando dal 4,8 al 7% di addetti in soli 15 anni, fino a raggiungere un valore delle entrate pari a 70 miliardi di euro – per collocare questa moltitudine di organizzazioni al centro della ripartenza economico-sociale.

Un’equazione che ancora pochi vedono, una miopia che va corretta se vogliamo guardare lontano e percorrere un sentiero di sviluppo sostenibile. La solidarietà, infatti, non ha solo dilatato il perimetro dell’economia, ma l’ha anche qualificato, alimentando e potenziando i territori in termini di coesione e di inclusione.

beni relazionali infatti sono alla base della felicità e della competitività dei territori. Beni questi che acquisiscono una rilevanza ancor maggiore in uno scenario caratterizzato da un’incertezza strutturale che per essere affrontata chiede un maggior grado di interdipendenza e di cooperazione nelle politiche di welfare e nelle sfide economiche.

Esempi lampanti di questo “risorgimento” del terzo pilastro (R. Rajan) sono visibili non solo nelle nuove forme di volontariato – che coinvolge oltre 6 milioni di persone – esplose nel periodo pandemico, ma anche nelle innumerevoli economie di luogo sostenibili che agiscono “senza chiedere permesso” per ri-abitare borghi abbandonati o per costruire servizi di prossimità.

Una moltitudine di progettualità che si sono dimostrate più resilienti e capaci di ripartire dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria. Solidarietà e sostenibilità hanno dimostrato di essere due facce della stessa medaglia rilanciando quella visione di sviluppo che oltre a prevedere la sostenibilità economica, sociale e ambientale, include anche quella umana o per meglio dire la “fioritura della persona”.

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