GENERAT(T)IVE: LE FONDAZIONI DI COMUNITÀ, MOTORI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE, METTONO AL CENTRO LA CULTURA

Le fondazioni di comunità giocano un ruolo cruciale nel connettere il piano locale a quello globale e sono in grado di fare la differenza su entrambi i livelli.

Con oltre 900 organizzazioni in Europa, di cui oltre 50 in Italia, il movimento delle fondazioni di comunità continua a crescere inarrestabile. Nonostante però siano un attore fondamentale nell’ambito del sistema filantropico, questi enti sono ancora poco conosciuti al grande pubblico. Nate da processi partecipativi dal basso e fortemente radicate nel contesto locale, le fondazioni di comunità sono passate negli anni dall’essere semplici intermediari finanziari a diventare catalizzatori e attivatori di capitale relazionale, sociale e intellettuale sui territori e si sono messe alla guida di processi partecipativi e inclusivi per promuovere e raggiungere lo sviluppo sostenibile delle proprie comunità. E per farlo, la cultura è uno dei motori fondamentali.

Le fondazioni di comunità giocano un ruolo cruciale nel connettere il piano locale a quello globale e sono in grado di fare la differenza su entrambi i livelli perché affrontano le sfide del nostro tempo con un approccio sistemico e intersezionale. Sono quindi capaci di innescare il vero cambiamento trasformativo. Da anni Assifero – associazione nazionale delle fondazioni ed enti filantropici – lavora per costruire un vero e proprio movimento delle fondazioni di comunità italiano ed europeo, insieme ad ECFI (European Community Foundation Initiative), per facilitare la loro collaborazione e quella con altri attori, lo scambio di esperienze e conoscenze e per aumentare le competenze. A tal fine, tra le altre iniziative, l’associazione organizza dal 2017 la Conferenza nazionale delle Fondazioni di Comunità, un’occasione unica di incontro, scambio e approfondimento per tutti i rappresentanti del mondo della filantropia di comunità. Quest’anno l’evento si è tenuto lo scorso settembre ad Aosta, ospitato dalla Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, e ha visto una vera e propria comunità di pratica rincontrarsi dopo due anni, a causa della pandemia, e discutere insieme attivamente del peso unico delle fondazioni di comunità all’interno del sistema filantropico, del panorama del Terzo Settore e di quello istituzionale per la costruzione di un futuro equo, giusto, inclusivo per tutti. Tanti i temi emersi, tra cui il peso di queste organizzazioni nell’avanzamento e nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile a livello locale e del ruolo trasversale della cultura, tra i motori di sviluppo delle comunità.

GENERATIVITÀ E AGENDA 2030: LE FONDAZIONI DI COMUNITÀ POSSONO FARE LA DIFFERENZA, FACENDO LEVA ANCHE SUL RUOLO TRASVERSALE DELLA CULTURA

1+1=3. In questa semplice ma efficace astrazione si può riassumere il concetto di generatività. L’impatto della collaborazione tra le parti è maggiore della loro somma. Nel suo efficace intervento, Tiziana Ciampolini, CEO di S-Nodi, definisce la generatività d’impatto come la messa al mondo di processi, e non di singole azioni e output, che possano avere, appunto, un impatto sulle comunità, mettendo a fuoco un cambiamento sociale, orientato al lungo termine, che si concentra sugli effetti di ciò che si genera. Ingrediente fondamentale in questo percorso è l’intenzionalità, teorizzata e approfondita dal filosofo Hussler: bisogna mettere tensione al proprio fare e agire, includendo una soggettività che aumenti l’effetto di ciò che si realizza. E l’Agenda 2030 offre una potente cornice di inquadramento e di indirizzamento condiviso per questo processo generativo. Ma la vera sfida è declinare e costruire uno sviluppo sostenibile a misura di territorio. E le fondazioni di comunità possono giocare un ruolo fondamentale in questo senso.

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