FONDAZIONE UMBERTO VERONESI: PROTEGGIAMO LE FUTURE GENERAZIONI. ALZIAMO IL PREZZO DEL TABACCO. ORA

  • L’esercito dei futuri consumatori di tabacco: sono i ragazzi presi all’amo dall’industria del tabacco. A loro l’OMS dedica il World No Tobacco Day 2020
  • In Italia ancora molti ragazzi fumano ma non percepiscono di essere oggetto di strategie di promozione e di marketing. Due su tre trovano un tabaccaio entro 300 metri dalla scuola
  • Aumentare il prezzo delle sigarette e del tabacco è la prima misura efficace per ridurre i consumi, specie fra i giovanissimi, e arginare i devastanti costi del tabagismo
  • L’emergenza Covid-19 insegna che la salute pubblica e il sistema sanitario vanno protetti, con misure tempestive e coraggiose. La prevenzione e il controllo del tabagismo devono essere una priorità

In Italia il numero di teenager che fumano resta alto, e resta motivo di preoccupazione per la salute pubblica e dei singoli cittadini. I danni da fumo infatti rappresentano la prima causa di malattia e di morte prematura con almeno 70.000 le vittime stimate nel nostro Paese, per tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie. Un dramma che non possiamo più permetterci. Nell’anno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica il World No Tobacco Day del 31 maggio alla protezione dei giovani dalle manipolazioni dell’industria del tabacco, Fondazione Umberto Veronesi rinnova con forza l’appello alla necessità urgente di alzare il prezzo delle sigarette e di tutti i prodotti del tabacco. Le misure economiche per il controllo del tabagismo, a cui i giovani sono particolarmente sensibili , sono ritenute dalla comunità scientifica e dalle istituzioni sanitarie e scientifiche fra le più costo-efficaci per ridurre i consumi e rafforzare le risorse per la prevenzione e la cura delle malattie fumo-correlate.

Fondazione Umberto Veronesi ha dedicato un approfondimento al fumo fra i teenager in Italia. Un’indagine condotta da AstraRicerche su un campione rappresentativo di 654 ragazzi fra i 15 e i 19 anni ha evidenziato un uso diffuso di sigarette (il 40 % dichiara di fumare, almeno ogni tanto), una bassa percezione delle pressioni dell’industria (meno della metà avverte la promozione dei prodotti in eventi o luoghi di ritrovo, sui social network come Instagram; appena il 40% la nota nei videogiochi, film, video musicali), un facile accesso alla rete di vendita (due su tre trovano un tabaccaio entro i 300 metri dalla scuola, il 37% a meno di 100 metri). E se il prezzo di un pacchetto di sigarette raddoppiasse? Il 57% dichiara che smetterebbe di fumare e il 40% cercherebbe di ridurre il numero di sigarette fumate.

Fumare in giovane età significa non solo danneggiare precocemente la salute nel presente ma anche ipotecare la salute futura. Il mercato dei prodotti del tabacco, infatti, può contare su un bacino di consumatori resi schiavi dalla dipendenza.

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