DALLA CONCORRENZA ALLA COLLABORAZIONE. MA SIAMO PRONTI?

La prospettiva da coltivare d’ora in poi sarà quella della collaborazione anziché della concorrenza come criterio di riferimento per il sistema di relazionI tra i soggetti pubblici e del privato sociale che operano sui molteplici fronti delle attività di interesse generale. Questo nuovo spirito riuscirà a prevalere? Non sarà facile, ma proprio per questo è necessario riflettere su modalità e funzioni che diverse realtà possono impegnarsi a svolgere. L’approfondimento a cura di Felice Scalvini, Presidente di Assifero.

Pare giunto a compimento il lungo giro di boa avviatosi vent’anni or sono con l’introduzione del principio di sussidiarietà all’art 118 della Carta costituzionale, proseguito più recentemente con l’emanazione dell’art. 55 del Codice del terzo settore e con la validazione ad esso dato dalla sentenza n. 131/2020 della Corte Costituzionale e, infine, col dettagliato strumentario applicativo reso disponible dal decreto n. 72/2021 del Ministro del lavoro. Finalmente la stagione segnata dal suffisso “co-“ (da cum: insieme) posto a premessa delle attività di programmazione e progettazione che vedono coinvolte le realtà del Terzo settore, potrà dispiegarsi, con tutte le sue, facilmente immaginabili, positività. La prospettiva da coltivare d’ora in poi sarà quella della collaborazione anzichè della concorrenza come criterio di riferimento per il sistema di relazionI tra i soggetti pubblici e del privato sociale che operano sui molteplici fronti delle attività di interesse generale.

La domanda è: siamo preparati per questa nuova navigazione? I nocchieri che hanno guidato le imbarcazioni lungo le rotte competitive, imposte dalla PA e fortemente legittimate da una cultura manageriale tutta sviluppata nel segno della concorrenza, sapranno ora disegnare nuovi percorsi e tessere relazoni improntate ad un nuovo spirito collaborativo ed alle conseguenti modalità di lavoro? Lo spirito del “co-“ riuscirà a prevalere? Non sarà facile, ma proprio per questo è necessario riflettere su modalità e funzioni che diverse realtà possono impegnarsi a svolgere.

Innanzitutto sarà necessario un nuovo sguardo. Lo sguardo di chi nell’esaminare le altre organizzazioni anzichè cercare di individuarne i punti deboli, al fine di sopravvanzarli, si pone invece il problema di coglierne le qualità migliori e complementari, per immaginare come giungere a forme di collaborazione e reciproco supporto nel perseguire obiettivi e azioni di comune interesse. Dalla tradizionale analisi competitiva, oggetto di insegnamento in tutte le scuole manageriali – anche quelle per il Terzo Settore – e di conseguenza consolidate nelle prassi operative di molte realtà, si tratta di passare all’analisi collaborativa che, si spera, possa trovare spazio nei futuri programmi di insegnamento. Soprattutto, per l’appunto, in quelli per il Terzo Settore. L’obiettivo è creare nuove connessioni e nuove pratiche tra i diversi soggetti di questo universo: tra le cooperative sociali, tra queste e le odv e le aps, e così via, secondo geometrie complesse e variabili. E tra tutti quanti e le pubbliche amministrazioni. Perchè tutti sono chiamati a rivedere le pratiche consuete e a sperimentarne di nuove, sempre nel segno dell’elaborazione e dell’azione comune.

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