DALLA COMUNITÀ, PER LA COMUNITÀ, CON LA COMUNITÀ: NASCE FONDAZIONE DI COMUNITÀ CITTÀ DI FANO

Il movimento delle fondazioni di comunità in Italia non si ferma: a dicembre 2019 nasce, nelle Marche, la Fondazione di Comunità Città di Fano. A raccontarci la genesi e il percorso della neonata Fondazione è Alberto Di Martino, Presidente della Fondazione di Comunità Città di Fano.

“La Fondazione di Comunità Città di Fano è stata fortemente voluta dalla sezione cittadina dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti), che tre anni fa ha cominciato a lavorare a questo progetto coinvolgendo la comunità, le organizzazioni del territorio e le istituzioni. Il percorso è stato lungo poiché abbiamo voluto innanzitutto creare una cultura condivisa di cosa fosse una fondazione di comunità, del suo valore, e del perché fosse così rilevante per il nostro territorio unire le forze e cooperare, realizzando numerosi incontri di approfondimento e confronto.

Nasciamo quindi per volontà delle persone e delle organizzazioni del territorio. Siamo riusciti a formalizzare questo processo a dicembre 2019 con quattro soci fondatori: UCID, Comune di Fano, Banca di Credito Cooperativo di Fano e la Cooperativa Polo 9. Ma questo è solo l’inizio: contiamo in futuro di coinvolgere nuovi partner e istituzioni (due già in predicato), in modo da rafforzare la nostra rappresentatività del territorio”.

Come tutte le fondazioni di comunità, quindi, la potenza dell’organizzazione risiede nella sua capacità di coinvolgere e mettere in connessione i diversi attori del territorio di riferimento. Ma quali sono la mission e gli obiettivi specifici della Fondazione?

“La Fondazione di Comunità Città di Fano nasce per essere un ente rappresentativo e trasversale del territorio, ricompreso tra le Valli dei fiumi Metauro e Cesano, che fa riferimento a circa venti comuni (la potremo intendere come la “gens flaminae” della regione). Vogliamo mettere in connessione associazioni, organizzazioni, individui della nostra comunità per fare sistema, e non dare risposte singole e individuali a problemi comuni. Vogliamo facilitare e spingere al partenariato le diverse realtà del territorio, dare loro l’occasione e gli strumenti per rafforzare le loro competenze e la loro struttura. Per questo motivo il nostro obiettivo dei prossimi due anni sarà continuare a farci conoscere non solo dalle organizzazioni, ma anche dai potenziali donatori. E sicuramente crescere e rafforzarci in quanto fondazione, imparando e collaborando con fondazioni di comunità di tutta Italia, traendo ispirazione dalle loro esperienze, sviluppando eventuali progettualità comuni e molto altro.

La nostra vocazione è sociale nel senso più ampio del termine: permettere la costruzione e il rafforzamento di una comunità di pari, persone che possano vivere in sintonia e che abbiano accesso allo stesso tipo di opportunità. Collaboriamo alla narrazione di un nuovo modello di economia antropologica, che vede, da una parte, l’uomo sia come pilastro fondamentale che traguardo del processo economico, e, dall’altra, l’economia, stricto e lato sensu, come solo una parte del sistema. L’uomo non è quindi al servizio delle imprese, ma al contrario queste devono avere come scopo il miglioramento delle condizioni di vita e il benessere delle persone.”

La Fondazione si è quindi messa da subito al lavoro con una missione e obiettivi chiari, che mettono al centro le persone e il rafforzamento della comunità stessa. Le sfide sono molte: prima tra tutte l’emergenza Covid che sta tenendo sotto scacco il mondo intero.

“Questa pandemia si è abbattuta proprio quando stavamo cominciando il nostro percorso come fondazione ufficialmente costituita. Ma non ci siamo fatti scoraggiare: fin da subito abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi volta a contrastare l’emergenza sociale, la grande sfida, oltre a quella sanitaria, che ci si pone davanti. Le risorse raccolte saranno destinate per finanziare gli enti e le associazioni del territorio che aiutano, ora e dopo, coloro che stanno vivendo con difficoltà questa emergenza e che andranno incontro a situazioni di fragilità non ancora prevedibili.

In quanto fondazione di comunità abbiamo sentito il dovere di fare un passo avanti, e svolgere il nostro ruolo naturale di connettore e catalizzatore di risorse nel territorio per la nostra comunità.”