CRESCE LA PRESSIONE SUGLI ECOSISTEMI. IL 2021 NON È STATO L’ANNO DELLA SVOLTA.

Numerosi studi pubblicati in queste settimane fanno il punto sullo stato del Pianeta e sui possibili e imminenti “punti di rottura”. Aumentano danni da fenomeni meteorologici mentre la calotta polare si scalda velocemente. 07/01/2022

Partiamo da una triste conferma: il “Solaw” 2021 della Fao ha certificato che anche lo scorso anno non è calata la pressione umana esercitata sulle risorse naturali. Secondo questo studio, dal titolo “The state of the world’s land and water resources for food and agriculture: systems at breaking point, c’è stato un chiaro peggioramento della qualità del suolo, della terra e delle risorse idriche che sono vicine a un “punto critico”, tanto da rischiare di mettere in serio pericolo la capacità del Pianeta di nutrire la popolazione globale. A maggior ragione se pensiamo che quest’ultima è destinata a toccare quasi quota 10 miliardi entro metà secolo.

Ricordando che il 95% del cibo viene prodotto sulla terra, il fenomeno del degrado del suolo, esacerbato dall’espansione urbana, colpisce ora almeno il 34% dei terreni agricoli utilizzati; mentre la scarsità di acqua, elemento principe della vita e driver di sviluppo, minaccia il benessere di 3,2 miliardi di persone, in pratica mezza popolazione mondiale. Eppure le soluzioni per evitare la “catastrofe planetaria” esistono, ricorda il Solaw, ma non si stanno percorrendo con convinzione modelli di produzione agroalimentare più sostenibili.

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