BANDO “COMUNITÀ EDUCANTI”: SELEZIONATI 152 PROGETTI IN TUTTA ITALIA

Attraverso il bando “Comunità educanti”, Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile sostiene, tra gli altri, i progetti di Fondazione della Comunità Bresciana, Pio Monte della Misericordia, Cometa, Fondazione della comunità di Mirafiori, Fondazione di Comunità San Gennaro.

Con il primo bando sulle “Comunità educanti” sono stati selezionati 152 progetti in tutta Italia. Coinvolte circa 2 mila organizzazioni tra terzo settore, scuole, comuni, altre istituzioni e privati. Le comunità educanti saranno sostenute complessivamente con oltre 14, 5 milioni di euro. Tra le azioni previste: nascita di nuovi partenariati pubblico-privato sociale e patti educativi, coinvolgimento attivo di genitori e cittadini, sviluppo di luoghi e spazi di socializzazione per i ragazzi.

Rossi-Doria: “Sostenere le comunità educanti vuol dire prendersi cura, dare forza alla riflessione sul campo e alle competenze di donne e uomini che tengono unita l’Italia perché si occupano di bambini e bambine, ragazzi e ragazze esclusi e fragili. Significa davvero investire sul futuro del Paese. Si tratta della prima azione di sistema a livello nazionale, necessaria non solo per affrontare efficacemente il fenomeno della povertà educativa minorile, ma anche per innovare i processi di sviluppo del Paese partendo dai giovani e da tutto il mondo che ruota attorno ad essi: scuola, famiglia, coetanei, quartiere, terzo settore, istituzioni, imprese”.

Attraverso il bando “Comunità educanti”, il primo del suo genere in Europa con un impatto di sistema a livello nazionale, Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha selezionato 152 progetti, su oltre 700 proposte ricevute, con l’obiettivo di creare, rafforzare o implementare le alleanze educative nel Paese. Le iniziative, sostenute complessivamente con oltre 14,5 milioni di euro, coinvolgono 1.953 organizzazioni, tra enti del terzo settore, scuole, enti locali e altre istituzioni, imprese. Tra le diverse azioni dei progetti, sono previsti interventi in co-progettazione con le famiglie, gli stessi ragazzi e gli altri attori della comunità educante, iniziative capaci di coinvolgere attivamente genitori e cittadini, prevedendo delle figure di supporto quali ad esempio le “sentinelle di comunità”, i “community worker”, i “tutor comunitari”, professionisti o volontari (dal tabaccaio all’edicolante, dal pensionato agli stessi ragazzi). Molte azioni prevedono inoltre attività attorno ai luoghi di ritrovo dei ragazzi e delle comunità (dal bar al mercato rionale, dalla palestra o dal centro aggregativo alla biblioteca, dal parco alla scuola vissuta fuori dall’orario scolastico) affinché il dialogo e la partecipazione siano sempre più vivi. Tutto ruota infatti attorno al concetto allargato di “educare”, inteso come azione svolta non solo dalla famiglia e dalla scuola, ma anche da tutti quegli attori che ruotano attorno ai bambini e ai ragazzi. Una responsabilità collettiva da svolgere in maniera coordinata: ad essere al centro, quindi, non sono tanto gli interventi rivolti direttamente ai minorenni, quanto i processi di attivazione e strutturazione delle relazioni tra i componenti della comunità.

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