ADDIO A GIOVANNI COTTINO, L’IMPRENDITORE AL SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI

Si è spento a Torino a 94 anni. Nell’articolo del Correre della Sera Torino il suo impegno per il campus dedicato ai manager del terzo settore

Addio a Giovanni Cottino, imprenditore e filantropo, classe 1927. L’industriale che si era dedicato a innovare il terzo settore si è spento oggi, martedì 22 febbraio, a Torino. Era reduce da un’operazione in seguito a una caduta nella sua casa a Montecarlo, ma era in via di guarigione e aveva iniziato la fisioterapia. Il 21 gennaio scorso aveva compiuto 94 anni. «Stava andando tutto per il meglio e invece un sospiro e il suo cuore si è fermato», è ancora incredula la nipote Cristina Di Bari, oggi vicepresidente della fondazione che porta il suo nome. «Negli ultimi giorni dal suo letto d’ospedale guardava la collina dalla finestra e mi confidava “aveva proprio ragione tua zia a dire che Torino è la città più bella del mondo», ricorda Cristina, che in queste ore sta ricevendo messaggi di cordoglio da tantissimi dirigente e imprenditori. «Non ha avuto figli, ma tantissimi nipoti a cui ha dedicato tempo e a cui ha insegnato i suoi valori, intesi come energia, voglia di fare e di costruire un futuro, sia a livello professionale che umano — racconta la nipote, che oggi guida l’azienda di famiglia Trasma —. Ci lascia questa eredità e questa consapevolezza di aiutare le persone meno fortunate che sono diventate la fondazione, cioè strutturare questa sua volontà di restituzione». Severo sul lavoro, capace di pretende molto, ma anche di dare molto ai suoi collaboratori, di farli crescere e dare loro spazio e nuove responsabilità.

IL CAMPUS
La sua tenacia nell’aiutare gli ultimi e i più bisognosi non si spegnerà però con lui. Anzi. A portare avanti l’instancabile battaglia contro le nuove povertà resterà la sua fondazione, che da quando è nata, nel 2002 alla scomparsa della moglie Annamaria, ne ha incarnato gli insegnamenti di altruismo e generosità. Proprio attraverso la fondazione il suo ricordo vivrà ancora, perché esattamente due anni fa l’ex industriale prestato convertitosi alle onlus aveva presentato il suo regalo a Torino: il «Cottino Social Impact Campus», il cui embrione è nato all’interno della cittadella politecnica, ma è destinato a crescere su oltre 4 mila metri quadrati; un investimento di diversi milioni a disposizione di studenti e ricercatori per trasformarli in manager equipaggiati per le nuove sfide della sostenibilità a tutto tondo.

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