UN RESOCONTO DEL SUMMIT MONDIALE DELLE FONDAZIONI DI COMUNITA’ A CURA DI DANIELE GIUDICI

L’1 e 2 Dicembre si è svolto a Johannesburg il Summit Mondiale sulla Filantropia di Comunità (Global Summit on Community Philanthropy). Dopo la Conferenza del 2014 “Learning from Our Past to Enhance Our Future” che ha celebrato il Centenario di nascita della I° fondazione comunitaria, svoltasi a Cleveland (Ohio, USA), è stata questa una ulteriore occasione per rappresentare la Fondazione Comunitaria Nord Milano a livello internazionale, unitamente ad Assifero (www.assifero.org), già parte dell’Advisory Committee del Summit.

Erano presenti 15 fondazioni italiane, a dimostrazione di come il sentimento di apertura mentale, di ascolto e confronto sia essenziale all’interno delle strategie di welfare comunitario. Grazie all’impegno di Fondazione Cariplo (http://www.fondazionecariplo.it/it/progetti/fondazioni-di-comunita/index.html), unitamente a Compagnia di San Paolo e Fondazione CON IL SUD, è stato possibile partecipare a tale iniziativa, ancora una volta a dimostrazione di come, già 17 anni fa, si è pensato che le Fondazioni Comunitarie potessero essere importante realità di innovazione sociale.

Oggi quella intuizione è una realtà di successo che sta dando i primi abbondanti frutti. L’identità delle comunità, siano esser cittadine, urbane, provinciali o locali, trova nelle Fondazioni Comunitarie un luogo quanto mai adatto: è infrastruttura adatta per sviluppare e consolidare partnership, alleanze e pool tra soggetti privati e pubblici; ha le competenze per indagare, misurare e verificare gli impatti dei progetti e delle azioni che si realizzano e che si sostengono; ha la capacità di incrementare esponenzialmente la “cultura del Dono” tra tutti quei soggetti, piccoli e grandi, e singole persone che sono l’anima di ogni città, casa, associazione.

In particolare, è stata occasione per dialogare su quanto si sta attuando, da oltre 2 anni, nella Fondazione Nord Milano (www.fondazionenordmilano.org) con l’avvio dei “Vital Signs” -prima Fondazione comunitaria ad intraprendere questo percorso- raccogliendo sistematicamente nella comunità le esigenze, le relazioni esistenti e le potenzialità insite, unendone i dati statistici, al fine di implementare il ruolo e la credibilità della Fondazione come catalizzatore di risorse, non solo finanziarie.

Inoltre, rappresentando anche la Fondazione Ticino Olona (www.fondazioneticinoolona.it), è stato motivante dialogare su come piccole realtà, composte da variegati territori, siano da considerarsi privilegiate, in quanto elemento che può davvero unire e far nascere un sentimento di appartenenza e fiducia “della comunità verso la Sua Fondazione”. L’esempio, attivo ormai da 4 anni, della “Consulta per la promozione della cultura del dono e per la definizione della strategia erogativa” è una realtà consolidata che fa parte di numerose fondazioni americane e mondali.

La presenza di oltre 370 delegati di tutto il mondo è stato il perno della due giorni, con sessioni di approfondimento sul ruolo -presente e prospettico- che le fondazioni di comunità hanno a livello globale; workshop formativi sulla sostenibilità, sull’impatto dell’azione della comunità grazie a progetti ed azioni locali; sessioni di confronto e di creatività con numerosi scambi di esperienza, idee, fallimenti, pratiche che negli aspetti quotidiani tutti gli interlocutori incontrano (dai donatori, alle relazioni con le associazioni, ai meccanismi di governance, agli investimenti del patrimonio…).

Il tema del Summit è stato identificato infine come “shift the power”: molte sono le traduzioni possibili e le intensità che si possono rappresentate.

Di certo la versione più immediata è come la “voce delle comunità” debba essere capace di costruire relazioni durature, fornendo asset relazionali, economici, finanziari, di reputazione e di fiducia alla propria fondazione di comunità. Le parole dell’ex Ambasciatore USA in Sud Africa, Mr. Joseph sono andate in questo senso: “The past inspires where we are going in the future. Community foundations have opportunity to write a new narrative. We can combine hope and history to change the world. The foundations with the most impact may will be those that integrate into their operating plans and goals and strategies the use of 5 forms of capital, defining the Community Foundations of the future: social, moral, intellectual, reputational and financial”.

Trovo un altro significato al tema del Summit: essere capaci di rischiare, all’interno di ogni singolo ruolo che si ricopre nella fondazione, sia esso di amministratore, di direttore, di dipendente o volontario. È stato citato che: “Leading begins with leaders who are willing to take risks”. Sento davvero indispensabile spronare ad investire sulle proprie risorse umane, perché oltre ad essere linfa vitale della struttura, sono essenziali per la filantropia di comunità per le azioni strategiche di dialogo coi donatori; nell’attività quotidiana di comunicare -con allegria e passione- cosa è stato realizzato; nelle delicate attività di dialogo -costante e quotidiano- con il Consiglio e coi soggetti disposti a costituire fondi; nello stabilire relazioni con le associazioni e dare tempestive risposte. Rischiamo, non fossilizzandoci sulle attività di ufficio che non sono per nulla centrali. Chiediamoci “perché no?”, osiamo dare fiducia alle grandi competenze e professionalità delle risorse umane che ogni realtà ha.

Non lasciamoci sfuggire questa grande opportunità: #shifthepower!

Daniele Giudici – Fondazione Nord Milano, Fondazione Ticino Olona e Consigliere di Assifero